L’ultimo giorno di Carnevale
Molte erano le feste e divertimenti vari che i veneziani non mancavano di partecipare nel corso del Carnevale: le spericolate e sanguinarie cacce dei tori, le corse delle cariole, le infinite feste in costume che venivano organizzate, per la gioia dei patrizi , in tutti i più bei palazzi di Venezia, o il passeggio d’obbligo al “liston” sfoggiando le maschere più sontuose della città, ma “la follia” più grande era riservata per l’ultimo giorno di Carnevale, la festa più gioiosa e sfrenata. Centro della festa era Piazza S.Marco un vero baccanale come la chiamavano i testimoni del tempo.
Par che ognun di carnevale
a suo modo possa far,
par che adesso non sia male
anche pazzo diventar….
Così cantavano nell’agitazione generale le maschere che si radunavano in Piazza S.Marco in preda al divertimento più sfrenato, lanciati in danze che li lasciavano sfiniti e senza fiato. Erano le ultime ore di libertà ma la festa non si limitava alla sola Piazza S.Marco ma si estendeva in tutta la città, migliaia di maschere correvano per campi e calli, con fiaccole accese illuminando a giorno la città. Un fantoccio gigante che rappresentava la maschera di Pantalone veniva posto tra le due colonne della Piazzetta per poi essere bruciato mentre tutto il popolo intonava la nenia funebre:
“El va! El va! El va!
El carneval el va!”…
mentre dalle campane di San Francesco della Vigna i lenti e cupi rintocchi segnavano la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima…